Credo di avere conosciuto Nunzio Bonaccorsi a metà degli anni 80’ in occasione di qualche questione da Egli trattata per conto di mio nonno, il Cav. Pippo Leonardi. Piccolo di statura, mi parve subito una persona vivace ma al tempo stesso in grado di infondere tranquillità. Era il classico avvocato che sapeva occuparsi di tutto nell’ambito del diritto civile, oggi in un’epoca di iperspecializzazione forse uno come lui sarebbe considerato un pesce fuor d’acqua, ma credo che la sua variegata clientela che andava dal sacerdote all’impiegato alla signora che doveva divorziare per finire a delle Società importanti tipo Acque di Casalotto, Vivai Faro e simili apprezzasse questa sua straordinaria versatilità. E soprattutto tutti indistintamente apprezzavano l’estrema correttezza e signorilità della sua persona, capace di far venire alla luce, anche nelle situazioni a volte più difficilmente inquadrabili, le ragioni del diritto che erano comunque plausibilmente sostenibili.
Ricordo che era amico di grandi giuristi dell’epoca, uno fra tutti il Prof. Edoardo Grasso, un’istituzione della Procedura Civile a Catania. Quando io, avendo saputo dell’amicizia tra lui e Nunzio, gli chiesi timidamente se potesse “segnalare” il mio nome all’approssimarsi di un esame, mi rispose candidamente che il suo amico era un buonissimo docente e non avrei avuto alcun problema a superare l’esame, anche con un buon voto. E così fu!
Vi fu anche un’idea di andare a fare la pratica forense nel suo studio, cosa poi non concretizzatasi per mere banalità, ma questo non mi impediva – da praticante prima e da avvocato poi – di andare a chiedere un suo schiarimento quando le cose mi apparivano nebulose. E sempre il suo parere risultava, se non risolutivo, prezioso e saggio oltre ogni dubbio.
Da sempre divideva il suo lavoro tra Maugeri, contrada di Valverde ove abitava e faceva ricevimento due volte a settimana, ed Acireale ove aveva studio insieme al fratello ingegnere al corso Sicilia, sopra il fruttivendolo, ed era immancabilmente presente il martedì ed il venerdì.
Negli ultimi anni mi confessava di trovarsi un po’ spaesato in mezzo a tanti giovani Colleghi che ormai non conosceva più, a Giudici “ragazzini” di fresca nomina alcuni dei quali attenti soprattutto alla carriera ed a tanti altri problemi che nel martoriato settore della Giustizia non mancavano mai.
Ricordo solo una volta ad una udienza civile che perse un tantino della sua proverbiale calma davanti al Dott. Felice Lima che adducendo un ruolo ormai al collasso voleva fargli un rinvio “futuristico”. Nell’occasione Nunzio gli fece presente in maniera ferma ed accorata che sarebbe stata quasi una denegata giustizia trattandosi di una causa praticamente vinta e contumaciale. Il Dott. Lima si convinse della fondatezza della richiesta ed accordò un rinvio che definiremmo ragionevole.
Affezionatissimo alla sua macchina da scrivere, preferiva lasciare il computer ai collaboratori dello studio e credo che non avesse mai davvero preso le misure del processo telematico, dei crediti formativi eccetera. Probabilmente le riteneva cose astruse e preferiva, nell’ultimo lustro quantomeno, godersi la tranquillità della campagna, di cui era uno straordinario conoscitore ed amante, arrivando persino a provvedere in prima persona alla raccolta dei frutti sugli alberi del suo podere quando arrivava la stagione propizia.
Ciao Nunzio non sono mai riuscito a darti del tu, ma solo perché ci separavano un po’ troppi anni … che la terra ti sia lieve !
Avv. Giuseppe Leonardi