La Cassazione,  con l’Ordinanza n. 5317 del 28 febbraio 2024, ha ribadito che il recupero d’imposta, suoi maggiori redditi accertati attraverso indagini sui conti correnti, è legittimo nei confronti di tutti i contribuenti solo se attenziona versamenti che l’ufficio ritenga ingiustificati, mentre ne restano esclusi i prelevamenti.
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Con questa decisione la Suprema Corte ha voluto dare continuità al suo orientamento nel senso che la disponibilità di un maggior reddito, desumibile dalle risultanze dei conti bancari,  non è riferibile solo ai titolari di redditi di impresa o di lavoro autonomo  ma si estende a tutti i contribuenti.
Tuttavia, ha chiarito che, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n. 228 del 2014, le operazioni bancarie di prelevamento hanno valore presuntivo solo nei confronti di titolari di reddito di impresa, mentre quelle di versamento nei confronti di tutti i contribuenti.  Costoro possono contrastare l’efficacia dimostrando che le stesse sono già incluse nel reddito soggetto ad imposta o sono irrilevanti.
Avv. Salvatore Torchia

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